Il Cantamaggio, assieme alla Pasquella, la Passió’ e lo Scacciamarzo, è uno dei più noti canti rituali di questua della tradizione della nostra Marca centrale.
Questi canti propiziatori vengono eseguiti sin da tempi immemori da musici e cantori popolari, casa per casa, seguendo un cerimoniale ben preciso e nelle date importanti del calendario della vita della comunità.
Vita che una volta era prettamente agricola ed era scandita dal calendario liturgico e dalle stagioni, in un mescolarsi di usanze e simbologie di matrice cristiana e di tradizioni molto più arcaiche.
Col Cantamaggio i cantori celebrano l’avvento della primavera, il risveglio della natura, il ciclo della vita che riprende, portando auguri di benessere per la comunità ed i singoli per la stagione agricola che inizia.
Inoltre la tradizione del Cantamaggio (e dei canti rituali di questua in genere) tiene viva la cultura dell’ospitalità.
Questo dell’accoglienza è un ricordo ancestrale di quando, nei tempi antichi, prima ancora dei Santi e prima ancora del Cristo, erano gli dei a bussare alle porte delle case travestiti da uomini: riservare loro un buon trattamento poteva far scendere sulla casa il favore del cielo, qualcosa di irrinunciabile nel mondo aspro e faticoso di una volta.
Nel contempo era un modo per tramandare un insegnamento di umanità e fraternità, senza il quale -i vecchi lo sapevano- il mondo sarebbe certo ben peggiore.
Nello spirito della nostra buona e antica tradizione, oggi che le tradizioni popolari sono oggetto di una miracolosa, lenta ma inarrestabile resurrezione, oggi che di riavvicinarci alla Natura e di recuperare il concetto di comunità abbiamo tanto bisogno, anche a Petriolo di Macerata vogliamo fare qualcosa, riproponendo ogni anno, all’inizio del mese gioioso della rinascita della natura, l’antica tradizione del Cantamaggio.